«Per anni ho lavorato in importanti multinazionali al Nord, poi sono tornata a casa. Da un’irritazione sulla pelle mentre ero incinta mi è venuta l’idea di mettere in piedi Biancamore», afferma Daniela Senatore. La nuova tappa del nostro Viaggio in Italia arriva nel cuore della Campania, nell’allevamento bufalino di Enzo Barlotti. Qui l’innovazione passa per la genuinità e la tradizione
«Ho lavorato per grandi multinazionali finché, quando sono rimasta incinta, ho accusato uno sfogo cutaneo. Mi sono ricordata quello che diceva mia nonna: il latte è un buon rimedio per il prurito. Ho colto la palla al balzo, dato che mio marito ha un allevamento bufalino, e mi sono fatta portare 15 litri di latte. Con quello mi ci sono fatta il bagno: solo latte e acqua tiepida. Come per magia, quel bruciore si è placato». Questa è la storia di Daniela Senatore, 46 anni, founder di Biancamore, startup innovativa nata nella zona archeologica di Paestum, che unisce la genuinità del latte appena munto al mondo della cosmesi, in continuo divenire. Qui, nel cuore della Campania, fa tappa il nuovo appuntamento con il nostro Viaggio in Italia alla scoperta dei luoghi più innovativi del Belpaese.
Dalle multinazionali a Biancamore
La famiglia Barlotti, a Paestum, si dedica all’allevamento delle bufale dagli inizi del 1900. E il marito di Daniela Senatore, Enzo Barlotti, lavora in questa azienda agricola. Daniela, invece, si occupa di cosmesi da anni, prima per grandi multinazionali a Milano, poi decide di tornare nel suo «Sud bello e addormentato» (come racconta lei stessa). Dopo poco tempo, Daniela resta incinta. «Quando ero in attesa del mio primo figlio mi accorgo di avere un grande sfogo cutaneo – racconta la founder a StartupItalia – Mi sono ricordata che mia nonna mi diceva sempre che il latte è un ottimo rimedio a tanti problemi: tra questi, proprio le irritazioni della pelle. Così, mi sono fatta portare da mio marito 15 litri di latte appena munto e mi sono immersa in una vasca di acqua tiepida. Solo acqua e latte, e dopo una ventina di minuti il bruciore ha iniziato ad attenuarsi ma mi è rimasta addosso una sorta di patina. Allora ho chiamato una mia amica che lavora come farmacista, per chiederle consiglio. Quella sera mi si è accesa in testa una lampadina: perchè non creare prodotti cosmetici naturali a base di latte?». E da quell’intuizione inizia a prendere forma Biancamore.
Due fratelli e l’amore per la propria terra
«Coinvolgo nel progetto anche mio fratello, Pasquale, che ha studiato Finanza e allora lavorava negli USA, per iniziare a pensare a dei prodotti ad alta concentrazione di latte, più del 5% – continua Daniela – Durante le nostre ricerche abbiamo scoperto che il latte di bufala è molto più grasso del latte vaccino e che sulla pelle crea una sorta di film che occlude i pori e idrata la pelle. Questo effetto viene dato dalla lattoferrina, che offre un effetto protettivo. Forti della nostra scoperta, iniziamo, quindi, a pensare a detergenti e creme corpo, scrub, burro cacao e sapone solido, con l’idea che Biancamore, prima di tutto, debba essere una linea di prodotti di qualità». Una scelta drastica quella di Daniela, che dal ritmo frenetico delle multinazionali si ritrova nella sua terra, dove tutto scorre più lento e segue il ritmo della natura. «Tornare a vivere qua, con ritmi più distesi, senza quella corsa continua a rimanere di più in ufficio per far vedere al capo che sei più bravo degli altri è stato un cambiamento per me importantissimo – spiega – E lavorare a stretto contatto con la natura e con un alimento come il latte, così genuino e che profuma di infanzia e purezza, è qualcosa che mi riempie di gioia».
Anche il fratello di Daniela, Pasquale, prende la stessa direzione e lascia l’America per tornare nella sua bella Paestum.
Da Paestum, tra bufale e reperti archeologici
L’idea nasce nel 2015 in una zona della Campania nota principalmente per i suoi reperti archeologici unici. Proprio all’ombra di questo patrimonio storico, Enzo accudisce le sue mucche. «Nell’azienda storica dove lavora mio marito, che esiste da più di 100 anni, oltre a essere sostenibili si segue una filiera circolare – spiega Daniela – Il latte che impieghiamo per i prodotti Biancamore viene dal siero del latte di bufala che è uno degli scarti e, allo stesso tempo, un ottimo sbiancante e olio-gel. A questo, ci aggiungiamo altri prodotti tipici del territorio cilentano come il succo di melagrana, l’olio extravergine di oliva, il mirto e l’avena, senza alcun petrolato né sostanze nocive per la pelle. Nell’allevamento, il latte si trasforma in mozzarella e formaggi che vengono distribuiti su tutto il territorio nazionale e all’estero, tra la Francia e Praga».
Per il momento, la startup di Daniela e Pasquale vende nell’e-commerce e negli store fisici, di cui uno proprio a Paestum, di fronte ai templi nella zona archeologica: «Siamo partiti in due, io e mio fratello, e oggi nel team siamo una decina di persone – conclude la founder – L’anno prossimo speriamo di poter lanciare un nuovo prodotto, che segue la scia del siero e dell’upcycling. Già lavoriamo anche nel settore alberghiero con la nostra linea cortesia. E poi ci attende Cosmoprof a Bologna dal 20 al 22 marzo».
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