Chi è ”Doppio Mike”? Un nome che lega 007 e la strage di Via Palestro a Milano

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L’inchiesta esclusiva del quotidiano Today.it

Nei fascicoli di due inchieste differenti – Equalize e strage di Milano – comparirebbe lo stesso soggetto: ‘Doppio Mike’, uno pseudonimo dai molti volti. Lo riporta Today.it, con un articolo esclusivo di Fabrizio Gatti.
La prima inchiesta, appunto, è quella relativa all’agenzia Equalize di Milano diretta da Carmine Gallo, ex poliziotto ed ex collaboratore dell’ufficio dei servizi segreti in via del Tritone a Roma, secondo quanto lui stesso dichiara in una intercettazione. Mentre la seconda inchiesta è quella sulla strage di via Palestro avvenuta a Milano la sera del 27 luglio 1993 il cui fascicolo è stato acquisito dalla procura di Firenze.
Chi sarebbe “Doppio Mike”?
Dettagli in merito sono stati forniti da Samuele Calamucci, 45 anni, hacker milanese.
Sentito dai magistrati milanesi Samuele Calamucci, ora agli arresti domiciliari, ha dichiarato che “Doppio Mike” potrebbe essere, in base a ciò che lui ha detto, Marco Mancini, l’ex vicedirettore dell’Aise ed ex direttore amministrativo del Dis, il Dipartimento di informazione per la sicurezza della Repubblica: l’organismo della Presidenza del consiglio che coordina i servizi segreti.
Mancini è un componente doppio, l’ho chiamato Doppio Mike. È un componente della Squadra Fiore, un traditore” ha detto Calamucci.
Per inciso la ‘Squadra Fiore’ risulterebbe essere una squadra clandestina la cui esistenza è stata rivelata sempre da Today.it.Mancini a sua volta ha smentito qualsiasi legame con questo gruppo e ha annunciato querele.
Calamucci, ricordiamo, assieme all’ex poliziotto Carmine Gallo è indagato dal pm di Milano Francesco De Tommasi per associazione a delinquere finalizzata all’accesso abusivo di sistemi informatici. Con loro anche l’ex presidente di Fondazione Fiera Enrico Pazzali.

Strage di Via Palestro a Milano

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L’autista del capo delle operazioni della Cia

Calamucci non è il solo ad aver avanzato ipotesi in merito alla vera identità di “Doppio Mike”, si legge su Today.it.
Nell’articolo del collega Fabrizio Gatti si fa riferimento ad un’ex agente della Cia italo americano che vive negli Stati Uniti secondo lui “Doppio Mike” sarebbe l’autista del capo delle operazioni clandestine, in servizio a Milano tra giugno 1991 e agosto 1993. Cioè nell’arco di tempo compreso tra l’inizio dell’inchiesta giudiziaria Mani pulite e degli attentati di Palermo, Roma, Firenze e Milano. Un ruolo che non lo colloca personalmente nelle operazioni clandestine della Cia dato che avrebbe svolto solo attività di tipo logistico.
Lo stesso capo delle operazioni della Cia in Italia, sempre secondo l’ex 007, sarebbe un cittadino americano con origini siciliane. Il nome in codice sarebbe Victor, mai identificato.
A Milano si spostava con una Fiat 127 bianca e incontra i suoi agenti operativi in una trattoria ad Arluno, sempre in provincia di Milano.
Il luogo si trova ad appena 700 metri dalla villetta che i mafiosi di Cosa nostra usavano come base per organizzare l’attentato di via Palestro.
In base all’articolo di Fabrizio Gatti Victor avrebbe dato indicazioni al suo gruppo la vigilia di Natale 1991, cioè a meno di due mesi dall’inizio di Mani pulite: ritrovarsi nell’hotel di reclutamento a Innsbruck in Austria per essere portati via nel caso in cui in Italia si sarebbe verificata una guerra civile.
La conferma di questa possibilità sarebbe arrivata due anni dopo, il 4 dicembre 1993, quando alcuni funzionari della prefettura di Torino rivelarono al Corriere della Sera i piani dell’esercitazione Superga, una delle operazioni segrete per preparare questure e forze armate italiane all’eventuale scoppio di una guerra civile come conseguenza di un colpo di Stato.

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Tribunale di Milano © Imagoeconomica


La lettera spedita a ‘L’Espresso’

Il 27 dicembre 2019 un soggetto non ancora identificato spedì da Roma Fiumicino una lettera anonima alla redazione del settimanale L’Espresso su carta intestata della Camera dei Deputati: sulla lettera vi era scritto “Vuoi sapere chi è Mario Doppio Mike?”. Seguono nome e cognome della persona. E poi: “Se indaghi su questo personaggio ne scoprirai davvero delle belle, soprattutto il perché l’ambasciata americana continui a proteggerlo nonostante tutto quello che si dice e si sa sul suo conto…”.
La lettera e altra documentazione sono state acquisite nell’estate 2020 dai procuratori aggiunti di Firenze, Luca Tescaroli e Luca Turco, che all’epoca stanno ancora indagando sui mandanti delle stragi italiane del 1993.
Si scoprì, si legge, che il nome indicato nella lettera esiste e porta alla rete in contatto con l’allora Sisde, il vecchio servizio segreto italiano sottomesso alla Cia: si tratterebbe di un funzionario italiano allora in servizio all’ambasciata degli Stati Uniti a Roma e operatore per il Secret Service, l’agenzia del Dipartimento della sicurezza interna degli Usa che si occupa della protezione dei presidenti quando sono in visita all’estero. Ma anche di sicurezza nazionale e indagini criminali sulle minacce agli interessi monetari e finanziari degli Stati Uniti.
“Doppio Mike” avrebbe avuto un ruolo elevatissimo, tanto da essere presente alla famosa cena del 15 dicembre 1991 nel comando dei carabinieri di Roma in cui erano presenti l’allora vicedirettore del Sisde, Bruno Contrada, un altro importante ufficiale dei servizi sempre al suo fianco, il colonnello del Sisde Fausto Del Vecchio, seduto a capotavola e il magistrato Antonio Di Pietro. Diverse sentenze dimostreranno l’assoluta buona fede di quest’ultimo. Contrada venne arrestato il 24 Dicembre 1992, e in seguito condannato dal Tribunale di Palermo a 10 anni di reclusione e a 3 di libertà vigilata, per concorso esterno in associazione mafiosa. Dopo un’assoluzione in appello nel 2001 la cassazione, l’anno seguente, decise di annullare la sentenza di assoluzione e riaprire il caso: venne disposto un nuovo giudizio davanti alla Corte d’Assise di Palermo che, come poi confermato in Cassazione, infliggeva una condanna a 10 anni di reclusione a Contrada per concorso esterno.

Fonte: Today.it

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