In un mondo globalizzato, dove viaggiare all’estero è certamente più facile di un tempo, si registra un fenomeno paradossale: i giovani italiani spesso prediligono le mete straniere per i loro viaggi turistici e culturali rispetto al territorio di appartenenza. Capita quindi che ci si imbatta in viaggiatori che hanno accumulato precocemente grande esperienza su una vasta scala geografica, che hanno avuto modo di confrontarsi con culture e tradizioni lontane e differenti tra loro. Ma se si parla del territorio di appartenenza, salta fuori il paradosso: scopriamo che lo si conosce molto meno di quanto ci si aspetti (e di quanto si dovrebbe, a dirla tutta).
Il Cilento è esempio lampante di questo fenomeno
Nonostante le importanti manovre di rilancio degli enti locali degli ultimi anni e, prima ancora, l’improvvisa notorietà dovuta allo straripante successo del film Benvenuti al Sud, il Cilento resta una meta con una fama molto circoscritta rispetto alla ricchezza smisurata del suo territorio. E forse non c’è da dispiacersene. Interamente compreso nella provincia di Salerno e situato nella parte meridionale della Campania, tra la Costiera Amalfitana e il Golfo di Policastro, il Cilento rappresenta l’anima più antica e, per certi versi, ancora incontaminata della Campania. E’ il luogo in cui la natura e le tradizioni sono rimaste pressoché intatte proprio grazie al decentramento, il che lo rende un autentico scrigno di tesori per chi cerca un turismo a vocazione rurale e slow.
Già Patrimonio dell’Umanità UNESCO dal 1998
come parte del parte del Parco Nazionale del Cilento e Valle di Diano, offre paesaggi di sconfinata bellezza, con una costiera dal mare cristallino ed un blu profondo completamente diverso da quello più noto del Golfo di Napoli, che a causa dei fondali vulcanici conserva una tonalità più cinerea. Proprio i Parchi Nazionali contribuiscono all’unicità dell’area, con una ricchissima biodiversità e la presenza di siti archeologici della Magna Grecia, come quelli di Paestum (l’antica Poseidonia), e Velia (l’antica Elea), terra natia dei filosofi Parmenide e Zenone.
Le suggestive spiagge, come quelle di Acciaroli,
Marina di Camerota e Ascea, sono il contraltare perfetto per i borghi che le sovrastano, dove la vita si dipana tra i vicoli cadenzata da ritmi antichi. Non stupisce, dunque, il fatto che il fisiologo americano Ancel Keys scelse la località di Pioppi, nel Comune di Pollica, per studiare le abitudini alimentari dei locali, contribuendo in maniera determinante allo sviluppo e alla diffusione del modello di Dieta Mediterranea nella sua massima espressione. Su questo versante, il Festival della Dieta Mediterranea, rappresenta un caposaldo nella valorizzazione del Cilento, oltre che un’occasione imperdibile per la conoscenza e la diffusione dei prodotti tipici, con la partecipazione di esperti di nutrizione, produttori locali e chef.
Rimanendo in ambito food,
impossibile entrare nel dettaglio senza citare la Mozzarella di Bufala Campana DOP, il salame tipico “Cilento”, la produzione di legumi con i quali vengono tramandate ricette di zuppe antichissime e la pasta fatta in casa. Anche dal punto di vista vitivinicolo, l’area vanta un’importante produzione come il Cilento Rosso, l’Aglianico del Cilento e il Fiano di Avellino.
Lo sconfinato entroterra merita un capitolo a parte, con i suoi sentieri e i suoi meravigliosi borghi dal fascino antico, con le loro case in pietra locale calcarea o arenaria e i tradizionali portali, un salto nel passato reso possibile anche grazie ad una lungimirante politica di preservazione del patrimonio attuata negli ultimi decenni. Borghi come Pollica, Perdifumo e Sant’Angelo a Fasanella sono solo alcuni tra le decine di baluardi di una Campania e di un’Italia in cui l’attività umana e la natura hanno convissuto senza conflitto attraverso i secoli: poco oltre i perimetri abitativi, ci si imbatte spesso in sentieri escursionistici di grande impatto, arricchiti da sorgenti e corsi d’acqua dove è possibile praticare attività come il Kayaking.
Le montagne degli Alburni, confine naturale tra Campania e Basilicata,
nascondono perle di grande suggestione, come le Grotte di Castelcivita, regolarmente visitabili, che offrono formazioni stalattitiche e stalagmitiche di straordinaria bellezza. Insomma, giunto sin qui, il lettore avrà avuto modo di intuire che raccontare un territorio come quello del Cilento in un breve articolo è impresa ardua. Proprio questa intuizione ci riporta alla considerazione iniziale: è davvero un peccato che esso sia meno conosciuto rispetto ai suoi meriti o è più auspicabile un’oculata promozione che però lo preservi da un turismo di massa, distratto e famelico? In attesa di scoprire il futuro, il Cilento aspetta accogliente i visitatori che ne sappiano cogliere e rispettare l’anima profonda, inclusi i giovani che hanno girato il mondo e non hanno ancora avuto modo di scoprire i tesori dietro casa.
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