Giani: ‘Convinti di avere ragioni da vendere. Il turismo è di competenza regionale’
II governo va alla Consulta contro la legge regionale toscana sul turismo, che contempla misure di contenimento del fenomeno di overtourism e di conseguente spopolamento dei centri storici. La Regione Toscana aveva varato, per la prima volta in Italia, norme per dare più poteri ai Comuni per limitare gli affitti brevi e contrastare gli impatti del dilagare di b&b, affitti brevi e affittacamere a svantaggio della residenza.
Per il governo le norme toscane sarebbero incostituzionali, in particolare laddove limitano la libertà di impresa e violano gli ambiti di autonomia regionale concessa dalla Costituzione.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per gli affari regionali e le autonomie Roberto Calderoli, ha “deliberato di impugnare la legge della Regione Toscana n. 61 del 31/12/2024, recante il “Testo unico del turismo”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale ed europea in materia di libertà di impresa, concorrenza, ordinamento civile e penale, tutela del patrimonio culturale e professioni, violano gli articoli 3, 41, 42, 117, primo comma, secondo comma lettere e), l) ed s), e terzo comma della Costituzione“, scrive il Governo. Ma anche “la legge della Regione Toscana n. 7 del 17/01/2025 “Disposizioni correttive in materia di rifugi escursionistici e di affittacamere e bed and breakfast Modifiche alla l.r. 61/2024”, in quanto talune disposizioni, ponendosi in contrasto con la normativa statale in materia di libertà di impresa, violano gli articoli 3, 41, 42 e 117, secondo comma, lettera l), della Costituzione”.
“Eravamo coscienti e preparati al fatto che il governo avrebbe impugnato la legge”, dicono Eugenio Giani e l’assessore al turismo toscano Leonardo Marras. “D’altra parte, e mai era successo prima d’ora, ben otto sono stati i ministeri che in queste settimane hanno presentato osservazioni, spesso capziose. Naturalmente siamo convinti di avere ragioni da vendere e dunque la giunta regionale, una volta letto il ricorso, si difenderà e si costituirà in giudizio presso la Corte costituzionale, partendo innanzitutto dal fatto che il turismo è una materia di competenza della Regione e che abbiamo quindi pieno titolo di legiferare secondo le esigenze del turismo”.
“Ci saremmo aspettati – proseguono – che invece di assumere una posizione pregiudiziale sul piano politico, ci fosse stato un comportamento diverso. La legge regionale toscana innova il sistema turistico e lo colloca su un piano diverso, che guarda al futuro senza posizioni conservative o arrendevoli, come quelle di coloro che sostengono posizioni retrograde e pensano che basti mettere la testa sotto la sabbia per non sottrarsi alla necessità di governare i processi in evoluzione. Il futuro del turismo sarà sempre di più fatto di flussi in aumento, di grande condizionamento della tecnologia, della necessità di professionalizzare veramente, attraverso l’impegno delle imprese, il lavoro che deve essere sempre più sicuro, sempre meno povero, sempre più qualificato. La nostra legge – concludono Giani e Marras – garantisce tutto questo e ci aspettiamo che anche l’Italia si doti di strumenti di questo genere e che quindi la Consulta faccia giustizia e ci permetta di andare avanti”.
Questa invece la reazione della sindaca di Firenze, Sara Funaro: “Dal governo ci saremmo aspettati un intervento normativo sul turismo che fornisse strumenti concreti ai Comuni, e invece va contro a una legge che dà finalmente le risposte di cui abbiamo bisogno. Su un tema così importante per le nostre città e il nostro Paese serve unione e la volontà condivisa di tutelare la vivibilità dei cittadini con le esigenze di un turismo sostenibile. Noi continueremo ad andare avanti sostenendo la Regione e con le nostre azioni e proseguiremo nel chiedere al governo le risposte necessarie”.
“Finalmente un segnale chiaro a tutela della proprietà privata e della libertà d’impresa. Il Governo ha riconosciuto ciò che abbiamo sempre denunciato: questa legge regionale è profondamente sbagliata e discriminatoria, perché crea una disparità ingiustificata tra il settore alberghiero e quello delle locazioni brevi, penalizzando migliaia di imprenditori e lavoratori del nostro settore”. A dirlo è Lorenzo Fagnoni, presidente di Property Managers Italia e Ceo di ApartmentsFlorence. “Le locazioni brevi sono una realtà essenziale per l’accoglienza turistica in Italia. Limitare questa attività – dice Fagnoni – significa colpire non solo gli imprenditori del settore, ma anche un indotto che coinvolge migliaia di lavoratori. Adesso vedremo cosa deciderà la Corte Costituzionale, ma siamo fiduciosi perché siamo da sempre convinti che la Regione abbia illegittimamente legiferato sugli affitti brevi”.
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